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Le 5 Terre

 

Nel Quattrocento, l’umanista Giacomo Bracelli così scriveva, nella sua De bello hispaniensi orae ligusticae descriptio:

"Quindi sul litorale (ci sono) cinque castelli quasi alla stessa distanza tra di loro: Monterosso, Vulnetia, che ora il volgo chiama Vernazza; Corniglia; Manarola; Riomaggiore; non solamente in Italia, ma presso i Galli ed i Britannici celebri per la nobiltà del vino. Cosa degna a vedersi come spettacolo, i monti, non solamente in pendenza dolce, ma tanto ripidi che nel sorvolarli affaticano anche gli uccelli, sassosi, non trattengono l’acqua, cosparsi di vigna così scarna e gracile che sembra più simile all’edera che alla vite: da qui viene un vino per la tavola del re".

IL PAESAGGIO - Con il nome Cinque Terre si designa quel tratto di costa dirupata e scoscesa che si estende per circa 10 km lungo il litorale della Liguria orientale, in provincia della Spezia. Una catena di monti corre quasi parallela all'Appennino e degrada con i suoi contrafforti verso il mare, formando qua e là piccole insenature, brevi e ripide valli dove sono situati i borghi. Alcuni di essi, come Monterosso e Vernazza, sono distesi nel breve spazio tra il mare e l'inizio dei rilievi; Corniglia è arroccata sull'angusto spazio di un contrafforte che s'erge a precipizio sul mare; gli altri, Manarola e Riomaggiore, sono costipati lungo i versanti del torrente, o sui costoni rocciosi. L’insieme forma un paesaggio diverso dal resto della Riviera. Le attività umane hanno contribuito a farne un paesaggio unico al mondo, espressione concreta di una cultura profondamente legata alla terra d’appartenenza, di un’ineguagliabile vicenda a carattere collettivo, capace di piegare le avversità dell'ambiente naturale ai propri bisogni di vita.

Il fascino di un viaggio attraverso questi cinque splendidi borghi, si percepisce ancor prima di esservi giunti, quando si comincia ad ammirare paesaggi e scorci, cielo e mare, natura ed opera dell’uomo. Sbucando dalle gallerie, si vede che la mole possente delle montagne e l'asperità ferrigna delle rocce a strapiombo, si smorzano e si addolciscono all'improvviso nell'ampio respiro della marina, quasi a formare una sintesi apparente tra la poderosa e severa immobilità della terra e il continuo e sempre diverso rifluire del mare. Al centro di questa sintesi, si è inserito nei secoli il lavoro dell'uomo ligure - «adsuetum malo ligurem», il ligure forte e deciso, severo e lavoratore, avvezzo alle avversità - che Virgilio descrive nelle sue Georgiche (Il, 168), assuefatto ai contrasti del cielo, della terra, del mare; sempre in lotta col territorio, sempre amante della terra. Ed ecco le casupole, poi le case, le anguste fasce di poggi a terrazza costruiti palmo a palmo sulle rocce, i ripidi sentieri, su, su, fino a lambire il bosco.

Il fragile e delicato territorio è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità nel 1997 e fa parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre, sorto nel 1999. Unico in Italia, il Parco è posto a tutela di un ambiente interamente antropizzato. Le sue finalità sono la tutela e la conservazione del territorio.
La fascia di mare prospiciente il parco è essa stessa oggetto di tutela, grazie all'istituzione dell'Area Marina Naturale Protetta delle Cinque Terre. Quest'area è compresa tra Punta Mesco e Punta Montenero.

LA FLORA - La vegetazione delle Cinque Terre è molto varia, in gran parte costituita da quella tipica mediterranea. Con una certa approssimazione, si possono distinguere tre fasce o zone. Dai monti - alcuni dei quali superano i 600 metri d’altezza - fino a circa metà del versante, si estende la zona dei boschi: è una lunga distesa di pini marittimi e pinastri, che crescono spontaneamente, spesso devastati dagli incendi. Qua e là si nota qualche macchia di lecci, mentre rari sono i castagni, che prediligono i versanti dell'entroterra. Ricco è il sottobosco, formato da eriche, cespugli e rovi.

La seconda fascia, che si estende fin quasi ai centri abitati, è quella delle coltivazioni. Ecco le caratteristiche vigne a terrazza, sostenute con muretti a secco; ecco qualche rara macchia d’olivi. La sequenza dei vigneti, piantati e coltivati con fatica e dura lotta, per rendere fertile un terreno sassoso e sviluppato in altezza, crea un’architettura in terrazzamenti che rende il paesaggio atipico ed esclusivo.

La terza fascia è quella che va, più o meno, dall'abitato al mare ed è la più varia. Piccoli orti ben recintati e intensamente coltivati producono: ortaggi, dove è possibile l'irrigazione, qualche limone nei posti riparati dal vento di tramontana, qualche arancio, fichi. Lungo i torrenti o presso le case, sorgono pochi alberi da Frutta. Agavi, fichi d'India, ruta, capperi, elicriso o erba canuta, mentastro, piccoli arbusti e cespugli serpeggiano sulle balze sassose, arrivando fin quasi agli scogli, Nei pomeriggi soleggiati, si sente ovunque un intreccio di profumi esotici. I fiori autoctoni, sono quelli classici: cinerarie, eriche, lavanda, ciclamini, primule, ginestre, ecc.

LA FAUNA - La fauna del luogo è rappresentata da mammiferi quali la volpe, la faina, il cinghiale, la donnola, il ghiro, la talpa ecc. Fra gli uccelli si trovano il corvo, il falco, il gabbiano. Non mancano alcuni rettili, tra cui il biacco, il saettone e la vipera. 

IL CLIMA - Il clima delle Cinque Terre è quello tipico del versante tirrenico: temperato, marittimo. L'estate, di solito lunga ma non molto calda, è più uniforme rispetto alle altre stagioni. I pomeriggi estivi sono spesso mitigati dalla brezza marina del maestrale. A volte, nella mattinata e durante il giorno, si alza la foschia, dovuta all'evaporazione del mare. La temperatura in estate, con tempo bello, si aggira sui 24-26 gradi di giorno e sui 20-22 di notte.

Per visitare questa parte davvero unica della costa ligure - con quel suo fascino del tutto particolare, le scogliere e le spiagge a picco sul mare, quell’acqua verde che tanto colpisce, le palme, i paesini arroccati sulle alture, le barche colorate tirate a secco lungo le strade - il periodo ideale è l’inizio dell’autunno, quando la massa turistica si è già dimezzata, ma le giornate sono ancora nitide e le temperature ideali. Il fascino delle Cinque Terre non si può descrivere appieno: esse ti conquistano pian piano, con profonde e vivide impressioni, in cui la bellezza si mescola al sacro e al profondo sentire: vi s’insinua - specialmente al tramonto -una punta di dolce malinconia, in cui affiora sempre l’immagine dell’uomo adusto e taciturno, che ha domato la terra e il mare.

Tratto da Travel Italia