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Bonassola

 

Il comune di Bonassola si trova in un golfo della costa ligure di levante, racchiuso da una cerchia collinare di pini marittimi e tipici terrazzamenti di uliveti e vigneti per la coltivazione agricola. Fondato su una piana alluvionale e disteso per circa cinque chilometri, il territorio comunale è costituito da sette borghi storici, frazioni bonassolesi: nella zona occidentale, alle pendici del monte Brino si trovano i centri di Montaretto e Reggimonti; sovrastante il golfo bonassolese si trovano le comunità di San Giorgio, Costella e Serra; nella parte orientale, verso Levanto e in prossimità del monte Rossola, i nuclei di Poggio e Scerno per un totale di 9,31 chilometri quadrati. Dista circa 56 chilometri ad ovest della Spezia e 78 chilometri ad est di Genova.

Confina a nord con il comune di Framura, a sud è bagnato dal mar Ligure, ad ovest con Levanto e ad est con Framura e il mar Ligure.

L'economia di Bonassola è basata ovviamente sul turismo, trovandosi in prossimità della meta turistica delle Cinque Terre. Nelle colline del Bonassolese vi sono inoltre numerosi vigneti e uliveti.

Nei secoli passati attiva era l'estrazione mineraria della pirite la cui presenza nel territorio era concentrata maggiormente nella frazione di Scernio. Già alcuni documenti del 1285 attestano infatti tale estrazione da parte della popolazione della vicina Levanto; l'estrazione, ripresa nel XIX secolo, si interruppe definitivamente nel 1930.

Il centro di Bonassola è attraversata principalmente dalla strada provinciale 39 che gli permette il collegamento con la provinciale 64 al bivio di Scernio. Il comune non è raggiungibile direttamente tramite autostrada, pertanto i caselli autostradali di Deiva Marina, a nord, e Carrodano-Levanto, a sud, sull'autostrada A12 sono le uscite consigliate per raggiungere la destinazione.

Bonassola è dotata di una propria stazione ferroviaria sulla linea Pisa-La Spezia-Genova nel tratto locale compreso tra Genova e La Spezia.

 

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STORIA

La prima citazione ufficiale di Bonassola è in un documento datato al 29 aprile del 1269 dove viene menzionata la locale chiesa di San Giorgio di Reggimonti (de Resegunti); in un atto notarile del 21 aprile 1277 sono invece menzionati due abitanti del territorio bonassolese: Bonaccorso Scerno e Giovannino Zanegno.

Un'antecedente citazione risalirebbe però al 18 marzo del 1154 quando, in un documento pontificio di papa Anastasio IV, denominato dagli storici Privilegio di Papa Anastasio IV, vengono confermate al vescovo della diocesi di Luni la dipendenza della pieve di Ceula, l'odierna chiesa di San Siro della frazione di Montale (Levanto), avente tra le sue proprietà religiose anche la chiesa locale di Scernio (Flernio).

La fondazione della primitiva Vallis Bonazolae è certamente più antica. Studi e ritrovamenti archeologici, rinvenuti durante gli scavi effettuati tra il 1959 e il 1960 da Leopoldo Cimaschi presso la località di Chiasarotta, hanno portato alla luce i resti antichi della menzionata chiesa di San Giorgio di Reggimonti e accertata la presenza umana molto prima della colonizzazione romana nelle terre liguri.Notizie storiche del XIII secolo attestano la forte vocazione marinara del borgo di Bonassola la cui proprietà feudale passò dai signori Da Passano direttamente alla Repubblica di Genova che, nella prima metà del XV secolo, l'assoggettò alla podesteria di Framura.

Un rilevamento fiscale del 1531, commissionato da Genova, conferma l'importante attività legata alla marineria e la vocazione verso i commerci del vino, dell'olio di oliva e delle castagne. Proprio a questo periodo risale la notevole espansione del borgo verso la costa e quindi del numero della sua popolazione, fenomeno che si arrestò nella seconda metà del XVI secolo a causa delle sempre più frequenti incursioni dei pirati saraceni.

Del 30 marzo 1569 è l'Instrumento della Cumpagnia di Bonassolla, primo documento in Italia che si riferisce ad una previdenza civile, istituita per poter liberare dai corsari Turchi, che allora infestavano il mar Mediterraneo, i concittadini bonassolesi.

Storicamente seguì quindi le sorti della Repubblica di Genova, subendo a sua volta la dominazione francese di Napoleone Bonaparte dal luglio del 1797; oltre all'occupazione d'oltralpe, che causò inevitabili danni, la popolazione dovette a sue spese rifornire le truppe con viveri.Con la nuova dominazione napoleonica rientrerà dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Vara, con capoluogo Levanto, all'interno della Repubblica Ligure annessa al Primo Impero francese. Dal 28 aprile del 1798 con i nuovi ordinamenti francesi, il territorio di Bonassola rientrerà nel VI Cantone, capoluogo Montaretto, della Giurisdizione di Mesco. Dal 1803 fu centro principale del V Cantone del Golfo del Mesco nella Giurisdizione del Golfo di Venere e dal 13 giugno 1805 al 1814 inserito nel Dipartimento degli Appennini.

Nel 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilirà il Congresso di Vienna del 1814 anche per gli altri comuni della repubblica ligure, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel VI mandamento di Levanto del Circondario di Levante facente parte della Provincia di Genova prima e, con l'istituzione nel 1923, della Provincia della Spezia poi.

La costruzione della linea ferroviaria litoranea e della strada carrozzabile, nel corso del XIX secolo, pose termine al secolare isolamento del borgo: se da un lato però si resero più veloci i collegamenti stradali e ferroviari con gli altri centri del levante ligure, il nuovo assetto urbano vide in contemporanea l'ascesa della storica economia legata al mare che, nel XVIII secolo, divenne come importanza seconda a Lerici nella riviera di levante. La scoperta di un filone di marmo, avvenuta casualmente nel 1832 durante la costruzione della carrozzabile di Baracca, causò inoltre nel borgo l'intensivo sfruttamento di tale materiale.

Al calare delle attività agricole, oramai prodotta solo per usi familiari, si sostituì l'importante attività legata al turismo.

Il 29 giugno 1943, alle ore 10,45, il piroscafo Bolzaneto (società armatrice Ilva di Genova) fu silurato tra Bonassola e Deiva Marina dal sommergibile inglese Sportsman, comandato dal tenente di vascello Gatehouse, mentre faceva rotta da Marina di Carrara a Genova trasportando un "prezioso" carico di ghisa (recuperato con draghe al termine della guerra).

Il siluro centrò il piroscafo, spaccandolo letteralmente in due tronconi (gli abitanti di Bonassola udirono spaventati il fragore dell'esplosione). La nave giace ora ad una profondità tra i 40 ed i 55 metri (coordinate: 44° 10' 269" N - 09° 33' 925" E). La parte prodiera è separata di 150 m da quella poppiera. Nel naufragio i pochi superstiti (9 su un equipaggio di 20 persone) furono tratti in salvo dagli abitanti di Bonassola che prontamente andarono in soccorso con barche da pescatore. La nave, varata nel 1918, con stazza lorda di 2.220 tonnellate, lunghezza di 86,96 metri, larghezza di 12,50 metri, pescava 5,37 m; era spinta da una macchina a vapore a triplice espansione con due caldaie della potenza di 900 hp che le imprimeva una velocità massima di 8,5 nodi.

Il 22 marzo 1944, alle ore 23.00, 2 ufficiali e 13 soldati del 2677th OSS (servizi americani) sbarcarono su tre gommoni neri allo Sca', al fine di distruggere la galleria ferroviaria della linea Genova-Roma, nell'ambito dell'Operazione Strangle, per interrompere i flussi di materiale e uomini per il fronte di Cassino. Catturati il giorno 24 marzo 1944, furono trasportati a Carrozzo (La Spezia) sede del 135 Festung Brigade (Brigata Almers) e fucilati il 26 marzo alle 7.30 del mattino presso Punta Bianca per ordine del generale Anton Dostler. Questo ordine gli costerà la vita, perché a fine guerra fu processato e condannato alla fucilazione. Sarà il primo generale tedesco ad essere fucilato. La sentenza costituirà un importante precedente giuridico per il successivo processo di Norimberga ai criminali nazisti.Il 24 aprile del 1945 cadeva in combattimento in via Giuseppe Casaregis, a Genova, durante la liberazione della città, Angelo Corradino "Nuzzi". Angelo, commerciante, era nato a Bonassola il 30 luglio 1874 e faceva parte della Brigata SAP "Tito Nischio".

Il 16 gennaio 1965 il treno merci 6178 esplose nella stazione di Bonassola. L'esplosione coinvolse anche il treno locale 1702 in sosta nella stazione. Causa dell'esplosione fu lo scoppio di esplosivi trasportati dal treno merci e utilizzati per la realizzazione della linea a monte nella tratta Framura-Monterosso al Mare (all'epoca ultima della Tirrenica ancora a binario unico). Il tragico bilancio del disastro fu di 9 morti e 48 feriti. Successivamente i morti divennero 10 perché un ferito, il manovale Nicola Bardotti, morì qualche giorno dopo in ospedale a causa della gravità delle ferite riportate.

Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità Montana della Riviera Spezzina, quest'ultima soppressa con la Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008 e in vigore dal 1º gennaio 2009.

Il 25 ottobre 2011 una violenta perturbazione ha colpito il levante ligure (bassa e media val di Vara, val di Magra e Cinque Terre) e la Lunigiana (provincia di Massa e Carrara) con esondazioni, danni, vittime e dispersi in diverse località del territorio ligure e toscano. Tra i comuni più colpiti c'è anche Bonassola dove le precipitazioni intense hanno provocato danni e disagi in porzione limitata o comunque di livello minore rispetto a viciniori comuni della costa e dell'entroterra.

 MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

Chiesa parrocchiale di Santa Caterina d'Alessandria nel capoluogo. Secondo alcune fonti fu eretta nella prima metà del XVI secolo, ma quasi interamente trasformata nei secoli successivi ed in particolare in epoca barocca. Consacrata l'8 luglio del 1668 dal vescovo di Luni Giovanni Battista Spinola, conserva al suo interno diverse opere scultoree e pittoriche. Tra le tele conservate quelle del pittore Pietro Costa, il dipinto delle Pie donne ai piedi della Croce di Gesù di Antonio Discovolo che ha lungamente lavorato a Bonassola e L'adorazione dei pastori di Giovanni Battista Carlone. Di particolare pregio è la cassa processionale della Madonna del Rosario, opera della scuola di Anton Maria Maragliano.

Ex oratorio di Sant'Erasmo nel capoluogo. Edificato agli inizi del XVI secolo e già sede della locale confraternita nonché luogo di ritrovo dei pescatori di Bonassola, dopo la sconsacrazione è stato oggi adibito come sala museale per convegni e mostre comunali. Durante la seconda guerra mondiale qui trovarono rifugio e sosta i soldati, danneggiando inevitabilmente la struttura. Nell'altare in finto marmo è conservato un dipinto ritraente la Madonna col Bambino, san Giuseppe e angeli.

Chiesetta o cappella della Madonnina della Punta. Edificata nella parte più occidentale del golfo di Bonassola, fu voluta dalla famiglia Poggi che la commissionarono sul finire del XVII secolo. Un restauro nel 1932, su progetto di Orlando Grosso, ne aggiunse il porticato.

Chiesa parrocchiale di San Pietro nella frazione di Montaretto.

Oratorio di San Rocco nella frazione di Montaretto. Situato presso l'inizio della parte antica del borgo, si presenta di forme molto semplici. Era la sede della confraternita di San Rocco, ove gli associati si riunivano tutte le domeniche per pregare vestiti con cappe bianche. Nelle vicinanze si trovava anche un ricovero destinato ai poveri e ai pellegrini, mantenuto in parte dalla confraternita.

Chiesa di Santa Maria Assunta nella frazione di Reggimonti. L'edificazione della chiesa potrebbe essere avvenuta tra il 1298 e il 1310 - in quest'ultima data compare già il nome del locale parroco - a seguito della frana che distrusse la preesistente chiesa parrocchiale intitolata a san Giorgio. L'edificio è citato nel 1584 durante la visita apostolica di monsignor Angelo Peruzzi nel territorio della diocesi di Luni. Conserva opere pittoriche e scultoree.

Chiesa di San Giorgio nella frazione omonima. Edificata nella seconda metà del Cinquecento è posizionata in posizione dominante presso l'abitato di San Giorgio. Conserva al suo interno opere scultoree e pittoriche del Settecento.

 

Tratto da Wikipedia.org